Il giardino di Emilia Hazelip (3 parti in italiano)


I video “Il giardino di Emilia Hazelip” tradotti in italiano

Hugelkultur … più o meno ci somiglia.


Raccolte le ultime verdure estive è tempo di iniziare a rimodellare l’orto: alcuni bancali con scarsa fertilità li ho rifatti e durante l’inverno saranno ricoperti di un consistente strato di humus , compost e in seguito pacciamati, mentre in altri tenterò l’esperimento della Hugelkultur.

hugelkultur

In pratica ho scavato il bancale, spostando da un lato la terra e formando un fosso di una qundicina di cm. di profondità, poi l’ho riempito con uno strato di tronchi e a seguire uno di rami e ramaglie, ricoprendolo parzialmente con il terreno precedentemente spostato. Resterà cosi fino a che l’azione della pioggia non sgretolerà completamente le zolle riempiendo le intercapedini tra tronchi e rami. Il tutto verrà ricoperto con humus, compost e poi la pacciamatura. Ho iniziato questo lavoro per trovare una parziale soluzione alla scarsa fertilità del suolo, all’assenza di vermi e alla scarsissima piovosità della zona e conseguente siccità, tutte cose che hanno determinato un non certo ottima riuscita dell’orto di questo anno. Per intenderci: da giugno ad oggi è piovuto due sole volte e non ho trovato un solo verme in tutto l’orto.

Nella pratica della Hugelkultur i tronchi e i rami dovrebbero decomporsi nel tempo trattenendo umidità e rendendola disponibile per le radici delle varie piante messe a dimora. Ho usato vecchi tronchi accatastati da una decina di anni (castagno, anche se di lenta decomposizione fornisce un formidabile humus) e ramaglie di ailanto, pioppo, salice e acero. Nei siti di riferimento come questo questo trovate svariate indicazioni, immagini e modelli, io ho adattato il tutto alle possibilità e disponibilità di legname che avevo … il secco in piedi lo uso per la stufa. Non ho usato acacia perché ha una decomposizione lentissima, neanche conifere, noce e alloro.

Per quanto riguarda l’assenza di vermi utilizzerò delle Worm Tower posizionate su ogni bancale … chiaramente le preparerò a primavera … ottima stagione per la raccolta di vermi!!

Vento caldo


Nel giro degli ultimi 90 giorni è piovuto in maniera consistente solo una volta, sono 40 giorni che non cade una goccia d’acqua e le previsioni a lungo termine dicono che non pioverà. Come non bastasse da almeno 14 giorni, dalla tarda mattinata si alza un vento impetuoso che dura fino a tarda notte … abbatte alberi, spacca rami, scarapulta i sostegni dei pomodori, dei fagioli … falcidia la frutta, praticamente tutta a terra. I caprioli, spinti dalla fame hanno rasato l’orto: niente più bietole, coste, insalate, fagiolini, barbabietole …  Ma la cosa più preoccupante è che sono letteralmente scomparsi gli insetti ippollinatori: niente api, bombi, farfalle … non si vedono neanche vespe, calabroni … perfino le cincie, i pettirossi, i rigoli, i passeri … ho messo vaschette di acqua in giro ma nulla …!

Il fico abbattuto dal vento

Cavolo … un mezzo disastro! Lo scorso anno era stato asciutto ma questo è veramente disastroso.

Toccherà ripensare e riprogettare tutto l’orto, ridurlo (parte ho dovuto letteralmente abbandonarlo), recintarlo anche se non mi sono mai piaciuti i recinti e pensare a un qualche modo di riciclare l’acqua … ma l’orto grande è molto distante da casa mentre nelle vicinanze per ora ho un ortino di insalate, carote e prezzemolo. E dire che il Medo, in uno dei suoi fulminati commenti, aveva predetto un clima irlandese e consigliato abbondanza di cavoli … la cosa mi aveva fatto felice dato che il mio clima ideale sia fisicamente che mentalmente non supera i 20 gradi … !

Mandorlo

Il grande mandorlo spaccato

Vedremo cosa ci aspetta, intanto il vento caldo ha ripreso a soffiare, io socchiudo le persiane e gli occhi, penso a come sarebbe bello uscire nel verde delle colline irlandesi, farsi avvolgere dalla bruma e incamminarmi verso il Pub sotto una pioggia sottile e melanconica. Accidenti … forse vivo nel tempo sbagliato e in un luogo sbagliato.

Gratificazioni “Bioniere” …


Logo ionieri

Il logo di Bionieri

Nel tardo pomeriggio di oggi, dopo aver terminato di ammucchiare l’erba secca occorrente per  riprestinare la pacciamatura dell’orto, mi sono tranquillamente seduto al computer per dare un’occhiata a Bionieri. Sono rimasto basito! 70 membri in attesa di approvazione … cavoli, sarà una ondata di spam! No, erano proprio 70.

Tra poco festeggeremo i 1000 aderenti!!

Poi l’inghippo si è svelato: nella sezione Cronache del Corriere della Sera c’è un bell’articolo di Nicola Catenaro

Bionieri: quando il network diventa Rural

“MILANO – «Fuggi lontano da questi morbosi miasmi, vola a purificarti nell’aria superiore…» A chi non è mai venuto in mente di prendere alla lettera l’invito che Baudelaire rivolge allo «spirito”» nella sua elevazione e, anche solo per qualche ora, tornare alla semplicità e alla lentezza di una esistenza scandita da ritmi finalmente diversi e in simbiosi con la natura? C’è chi in Italia già vive ai confini «tra selvatico e coltivato» e, nel tentativo di mettere in piedi una rete di esperienze simili, ha creato sul web una «radura collettiva dove incrociare e scambiare saperi e sapori, utopie, progetti e memorie». È così che definiscono il proprio spazio virtuale i membri di «Bionieri», primo rural network dedicato a chi sceglie di fuggire dalle città e vivere con ciò che la terra offre. O, più semplicemente, riappropriarsi di spazi abbandonati e dedicarsi all’agricoltura biologica o all’artigianato artistico. ” ... continua sul sito del Corriere