Per il tempo che verrà


acero-1Questo è un tempo che non riesco bene a definire, allora vuole dire che è il momento giusto dei resoconti e dei progetti, o per lo meno delle autocritiche e delle buone intenzioni.

Cominciamo facile e partiamo dall’orto! Quest’anno a causa dei 40 giorni di pioggia continuativa (da metà maggio a fine giugno) ho disfatto la pacciamatura dell’orto sinergico: le lumache hanno divorato germogli di fagioli, zucche, zucchine, fagiolini… ecc. costringendomi a ripiantare tutto, i ghiri e i tassi si sono sbafati il raccolto di pomodori (già compromesso dalla peronospora), stessa fine hanno fatto mais, noci e nocciole. Causa stupidità del sottoscritto, retrodatata al 2006, si sono pure ibridate: le zucchine gialle, le zucche berrettine, il mais 8file. Non ho praticamente salvato semi, persi pure i pomodori gialli, quelli neri di Crimea, i fagioli pelandroni…

Un piccolo disastro. Allora voglio riprogettare l’orto, cioè ridisegnarlo e farne una pianta accurata su cui prevedere cosa, dove, quando seminare e trapiantare. Voglio pure ampliarlo di un paio di terrazze (adesso siamo intorno ai 300 mt. quadrati) per avere maggiori possibilità di scambio e dono, poi costruire una serra decente per produrre le piantine e qualche verdura anticipata e selezionare accuratamente i semi da tenere, popolare adeguatamente il pollaio, ora deserto come un’assemblea di Servire il Popolo d’agosto. Ho anche predisposto il materiale per fare il Compost Tea e quello per un forno per la Terra Preta e l’aceto di legna. Ma voglio anche “evolvermi” e ridisegnarmi nell’atteggiamento, nella sensibilità. Abbiamo passato un anno difficile e quella che era uno rapporto empatico con la Terra, con il coltivare, raccogliere e condividere si è appiattito sul prendere e basta. Lo sguardo, l’intenzione dell’osservatore modificano la realtà, questa è una delle convinzioni (intuizioni) che condivido con la mia compagna Manù, e non siamo certo i soli a pensarlo: a chi interessa consigliamo un buon articolo di Lynne McTTaggar apparso sulla rivista Scienza e Coscienza, o di visitare il sito http://www.livingthefield.com oppure http://www.theintentionexperiment.com

Insomma vorrei tornare ad una maggione interazione e interconnessione con il luogo dove viviamo e con gi esseri e le energie che lo abitano.

Altri due progetti, che però dipendono anche dalle nostre possibilità (di tempo, denaro e relazioni) sono il forno del pane e l’essicatoio solare.

Per quanto riguarda la parte “comunicativa” ovvero l’uso di internet, il C.I.R. e la Rete Bioregionale la cosa diventa spigolosa … abbiamo aperto il nostro blog “Selvatici” circa due anni fa sulla piattaforma NoBlogs e un altro su Oziosi (una specie di raccolta di doc del C.I.R. e della Rete Bioregionale), a primavera 2007 prima NoBlgs e poi Oziosi sono rimasti chiusi (oscurati o in ristrutturazione) quindi abbiamo trasferito il tutto su WordPress, anche se solo Oziosi in realtà e definitivamente scomparso, almeno fino ad oggi. Quindi ci troviamo con due blog quasi identici (su noblogs publichiamo solo la parte diaristica) che ad oggi anno avuto nell’insieme oltre 80.000 contatti. Abbiamo anche lavorato su un Wiki per il C.I.R. e uno “nostro” …magri esperimenti che vogliamo chiudere nonostante i circa 20.000contatti. Progetti collettivi che non sono tali sono inutili e assorbono tempo ed energie. Da tutto questo sono scaturiti moltissimi rapporti ed amicizie virtuali e alcune reali ma …ma non ascrivibili al territorio che abitiamo. Gli incontri del C.I.R. sono sempre piacevoli e festosi, a Borgo Cerri ne abbiamo ospitato uno a maggio 2008, io continuo a curare la redazione del bollettino, che spediamo a circa 150 indirizzi per via postale e 200 via email (che poi vengono fotocopiati e diffusi, o almeno speriamo) e non solo: gli ultimi due numeri li ho posizionati su un disco virtuale e linkati sui blogs, dai quali sono stati scaricati 740 volte. Il fatto che mi lascia perplesso è che ad ogni incontro i partecipanti ( 60 –120 ) cambiano e non c’è continuità, mentre restiamo sempre i soliti 4-5 a rivederci la volta dopo. La cosa strana è che ho ricevuto decine di mail da persone che chiedevano consigli su come fare per iniziare un’orto, sulle pratiche di autosufficenza, sugli elfi o sull’Acquacheta e poi anche queste … spariscono.

Sembra che sia in atto una specie di riflusso anche fisico sul “proprio” personale, sul proprio orto, sulla propria montagna o valle, sui propri saperi e sulle proprie  pratiche, un processo di radicamento territoriale e relazionale che non considera la parte collettiva, di pratiche e di elaborazione di idee, di progetti, di intelligenza. Dalla galera globale in cui è stato trasformato questo disgraziato Pianeta nessuno esce per conto proprio, non ci sono valli o isole nascoste ed innocenti dove rifugiarsi. Allora forse il percorso che dobbiamo fare è quello di ripartire dal luogo, con un lavoro e impegno costante sul territorio, ridisegnando le forme comunicative, gli strumenti virtuali e le pratiche collaborative, ma tenendo aperto lo sguardo e il dialogo, la ricerca culturale verso altri luoghi e altre identità. Quindi assemblato questo numero, il C.I.R. andrà dove vorrà andare, e io cercherò di concentrare energie e idee partendo dal nostro orto, dai nostri boschi e dalle nostre terrazze ( il nostro allude a quello che vediamo) e arrivando dove incontrerò altri sguardi in cui riconoscermi, con maggiore attenzione alle esperienze, alle intuizioni, ai progetti personali ma anche al dibattito culturale e politico a cui mi sento legato: Bioregionalismo, Decrescita, Transizione, Reddito di Cittadinanza, Memorie Orali.

Quindi voglio anche pulire alcune terrazze sopra casa e rimettere a posto i due tepee che abbiamo (da 6 e da 8 persone) per ospitare durante il periodo primaverile-estivo, ospitalità intesa come scambio saperi-sapori e affabulazione nomadica.

2 risposte a “Per il tempo che verrà

  1. saluti
    si segue sempre tutto cio’ che metti in rete e comprendiamo le fatiche che ci metti , le percepiamo come energie da convertire ai nostri progetti.
    i numeri del virtuale sono sempre in crescita , tanta gente segue , scarica , legge poi dimentica , noi che ti seguiamo e si spera poi un giorno diventaremo una faccia fa’ piacere che ci siate e che tutto questo possa continuare , dire ” come possiamo aiutarti ?? ” non so se ne siamo in grado , ma sai che ci siamo.
    si ringrazia ….
    Mattia

  2. Grazie Mattia, spero per questa primavera estate di organizzare qualche giornata di festa-lavoro-scambio-affabulazione per trasformare il virtuale in visi, corpi, risate e vita. Buon cammino

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